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Il mezzo di impugnazione del ricorso per cassazione



Oggi pomeriggio abbiamo l'obiettivo di vedere molto velocemente il ricorso per Cassazione che è un mezzo di impugnazione che ha una sua complessità, vedete che anche il numero degli articoli è notevole, dal 360 al 394, e poi è una disciplina che si è venuta a complicare con le ultime riforme, la riforma del 2006 e poi è di nuovo intervenuto sulla materia del ricorso per Cassazione il legislatore anche nel giugno di quest'anno, con la legge 69 del 2009. Perché, comunque, il giudizio di Cassazione è così tanto oggetto di attenzione da parte del legislatore, in una crisi della Corte di Cassazione? All'interno della crisi della giustizia generale si parla da molti anni proprio di crisi della Corte di Cassazione, io direi che è importante perché qui sono proprio anche i giudici della Corte di Cassazione che da anni stanno studiando, stanno facendo delle proposte, che hanno anche fatto dei cambiamenti organizzativi interni importanti proprio rispetto a questo giudizio. Qual è il problema della Corte di Cassazione italiana? Quindi abbiamo detto che abbiamo una sorta di piramide, quindi la Corte di Cassazione si trova all'apice di questa piramide, è una Cassazione unica, dal 1923 abbiamo un'unica Cassazione civile, prima avevamo quelle regionali. Il problema della nostra Corte di Cassazione è l'enorme carico di lavoro che incombe su di essa, perché vedete ci sono adesso 5 sezioni civili, 3 diciamo per il civile in generale, una per le cause di lavoro e una è la sezione tributaria. Però vedete, il numero di ricorsi depositati in Cassazione è molto alto, sono 30 mila. Sono dei numeri che negli ultimi dieci anni sono raddoppiati, perché nel 1999 erano 15 mila i ricorsi depositati, oggi sono arrivati a 30 mila. Pensate che nel 2008 la Cassazione ha esaurito 80 mila procedimenti, quindi un numero enorme, i tempi medi sono quelli che già conosciamo, ossia circa 3 anni. Quindi da anni si parla di modificare la Corte di Cassazione, il problema però, appunto, nel nostro ordinamento è che il ricorso per Cassazione ha una tutela costituzionale, è garantito dalla Costituzione. Però, appunto, da anni si parla di introdurre dei filtri al ricorso per Cassazione, perché se andiamo a vedere l'origine storica di questo organo della Corte di Cassazione, che è nato in Francia dopo la Rivoluzione francese, diciamo che è nato come un organo politico di controllo dell'operato del giudice, si è poi trasformato in organo giurisdizionale come noi lo conosciamo. Nella sua configurazione originaria, il giudizio di Cassazione era un giudizio solo rescindente, quindi volto ad eliminare la sentenza impugnata. Inoltre la Corte di Cassazione è giudice solo di legittimità, quindi non è giudice dell'accertamento dei fatti, il compito che viene assegnato alla Corte di Cassazione dall'art 65 dell'ordinamento giudiziario è quello della esatta osservanza e uniforme applicazione della legge. Quindi nell'ordinamento giudiziario si fa leva su quella che è la funzione, appunto, della Corte di Cassazione di nomofilachia, quindi del dare quella che è la corretta applicazione della legge; però poi, appunto, nell'art 111 della Costituzione noi abbiamo il ricorso per Cassazione costruito come garanzia soggettiva, quindi dove viene, appunto, esaltata anche questa funzione della Corte di Cassazione come controllo della legalità del caso singolo. Quindi diciamo che ci sono questi due aspetti, un profilo, diciamo, oggettivo di nomofilachia, però il ricorso per Cassazione costruito, appunto, come garanzia soggettiva della parte soccombente nel precedente giudizio. Quindi diciamo questi due poli, negli ultimi anni con la riforma del '90 noi abbiamo anche avuto un cambiamento, cioè nel giudizio di Cassazione, come vedremo, in certi casi  abbiamo non solo il rescindente, ma anche il rescissorio. Adesso, in questi ultimi anni, ci sono state delle modifiche volte a potenziare, invece, il ruolo di nomofilachia svolto dalla Corte di Cassazione, oltre a dei tentativi di migliorare, di rendere più celere il giudizio di Cassazione. Comunque il problema di fondo della nostra Corte di Cassazione è che sono troppi i ricorsi per Cassazione, difficilmente gestibili da parte di un unico giudice, in un anno sono tanti 30 mila ricorsi. Questo è il primo anno in cui la Corte è riuscita a smaltire più processi rispetto a quelli in entrata, quindi per la prima volta i procedimenti esauriti sono stati maggiori, come vedete 33 mila, rispetto ai procedimenti iniziati (30 mila), però, comunque, c'è sempre un arretrato di circa 90 mila cause pendenti davanti alla Corte di Cassazione. Voi capite che sono poi 170 magistrati, quindi un numero limitato e in ogni caso così tanti ricorsi, così tante decisioni da parte della Corte fa sì che essa possa svolgere con enorme difficoltà questo ruolo di nomofilachia, perché essendoci così tanti procedimenti è difficile che ci sia questa garanzia dell'uniforme applicazione della legge. Adesso, fatta questa premessa, vediamo come è configurato questo giudizio da parte del legislatore, anzitutto ci chiediamo, quali sono le sentenze impugnabili in Cassazione? L'art 360 ci dice che sono impugnabili le sentenze rese in appello o in unico grado qualora noi abbiamo delle sentenze inappellabili. Vi ho già detto che non sono immediatamente impugnabili in Cassazione le sentenze non definitive su questioni, tranne alcune ipotesi che abbiamo già ricordato più volte. E' possibile, come abbiamo già visto ieri parlando dell'appello, andare direttamente in Cassazione, quindi se le parti sono d'accordo è possibile, appunto, il ricorso “per salto” previsto dal 2° comma dell'art 360, quindi è possibile il ricorso “per salto”, però in questo caso l'impugnazione può solo proporsi per violazione di legge (ossia uno dei motivi di ricorso per Cassazione). Accanto all'art 360, che ci dice quali sono, appunto, le sentenze ricorribili in Cassazione, dobbiamo anche ricordare il c.d ricorso straordinario, in base all'art 111 Cost. che ci dà, appunto, la garanzia soggettiva del ricorso per Cassazione e ci dice che è sempre proponibile il ricorso per Cassazione contro la sentenza. A questo proposito, vi accennavo già ieri, la nostra Corte di Cassazione ha una nozione non formale, ma sostanziale di sentenza, perciò qualsiasi provvedimento che abbia un carattere definitorio e non sia altrimenti impugnabile, diventa ricorribile per Cassazione. Siccome l'art 111 Cost dice che è sempre garantito il ricorso per Cassazione contro le sentenze per violazione di legge, ci si è posti il problema se sono proponibili tutti i motivi di ricorso per Cassazione contro il provvedimento che non abbia la forma, ma solo la sostanza di sentenza, oppure no. Adesso il problema è risolto dal legislatore con una norma non chiarissima, il 4° comma dell'art 360, il quale ci dice che contro i provvedimenti diversi dalla sentenza (quindi, quelli che hanno la sostanza di sentenza) si applicano le disposizioni di cui al 1° e al 3° comma. Quindi vuol dire che sono impugnabili per Cassazione questi provvedimenti che hanno la sostanza di sentenza per tutti i motivi. Vediamo adesso quali sono questi motivi di ricorso per Cassazione. Quindi mentre l'appello è un mezzo di impugnazione “a critica libera”, il ricorso per Cassazione è “a critica vincolata”, quindi si può impugnare la sentenza solo per uno di questi motivi. Ho cercato di riassumerveli, sono elencati al 1° comma dell'art 360: 1) motivi che attengono alla giurisdizione; 2) violazione delle norme sulla competenza, quando non è prescritto il regolamento di competenza (perché in quel caso, quando abbiamo una pronuncia sulla sola competenza, l'unico rimedio è il regolamento); 3) quando abbiamo una violazione o falsa applicazione di una norma di diritto e dei contratti e accordi collettivi nazionali di lavoro (si distingue tra violazione e falsa applicazione, perché si parla di violazione quando c'è un errore nell'interpretazione, però la norma è individuata correttamente; la falsa applicazione vuol dire che è stata proprio applicata una norma, invece che un'altra); 4) nullità della sentenza o del procedimento (quindi può essere denunciata in Cassazione una nullità che abbia colpito la sentenza impugnata, oppure il procedimento chiuso dalla sentenza impugnata); 5) per omessa, insufficiente o contraddittoria motivazione circa un fatto controverso e decisivo per il giudizio. Perché è considerato un po' critico questo motivo di ricorso per Cassazione, in cui viene denunciata alla Corte un vizio che attiene alla motivazione relativa all'accertamento del fatto? Perché il giudice di merito o il giudice di primo grado o il giudice d'appello ha accertato il fatto (ad esempio, ha valutato il risultato dell'assunzione di un mezzo di prova), però con una motivazione che è carente, quindi omessa, insufficiente o contraddittoria; perché si dice che è un po' labile il confine tra il controllo della motivazione sull'accertamento dei fatti e, invece, entrare in quella che è stata la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito. Quindi diciamo che è un motivo di ricorso in cui quella caratteristica della Corte di Cassazione, che è solo giudice di legittimità (quindi dell'esatta e uniforme applicazione della legge), viene un po' meno perché qui la Corte di Cassazione controlla la motivazione relativa all'accertamento dei fatti. Quindi vi sono chiari questi motivi di ricorso per Cassazione? La Corte di Cassazione è l'organo di vertice della giustizia civile, però svolge una funzione per quanto concerne il rispetto della giurisdizione anche in confronto ai giudici speciali. Quindi l'art 362 ci dice che è possibile impugnare per Cassazione anche le sentenze del giudice speciale per motivi attinenti alla giurisdizione del giudice. Anzi, adesso è un momento in cui la Corte di Cassazione sta anche molto entrando, attraverso questo motivo attinente alla giurisdizione, in quelli che sono anche proprio i poteri del giudice speciale, in particolare del giudice amministrativo, e anche, quindi, i conflitti di giurisdizione positivi o negativi che ci possano essere tra giudici speciali, o tra questi e i giudici ordinari e anche i conflitti negativi di attribuzione tra la pubblica amministrazione e il giudice ordinario. C'è poi l'art 363 che prevede un ricorso nell'interesse della legge. Questo è un istituto che è sempre stato previsto nel Codice, ma che aveva ricevuto fino allo scorso anno un'applicazione limitatissima; c'era stato un unico caso di ricorso proposto nell'interesse della legge, perché chi è che propone questo ricorso? Il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Infatti, quando le parti non propongono ricorso o vi hanno rinunciato, oppure il provvedimento non è ricorribile in Cassazione e non è altrimenti impugnabile, appunto il PM può chiedere che la Corte enunci nell'interesse della legge il principio di diritto. Quindi questo è un istituto che, secondo voi, risponde a quale funzione? Alla funzione della nomofilachia, quindi anche quando la parte soccombente non ha proposto ricorso in Cassazione o comunque è decaduta dal potere di farlo o vi ha rinunciato, questo può essere proposto d'ufficio dal PM. E' stato potenziato questo istituto della pronuncia della Corte di Cassazione nell'interesse della legge, perché nel 2006 si è aggiunto un comma che ci dice che “Il principio di diritto può essere pronunciato dalla Corte anche d'ufficio, quando il ricorso proposto dalle parti è dichiarato inammissibile, se la Corte ritiene che la questione decisa è di particolare importanza”. Quindi anche se la Corte dichiara inammissibile il ricorso, può d'ufficio enunciare il principio di diritto. Cosa sarà il principio di diritto, secondo voi? E' l'interpretazione della norma da parte della Corte di Cassazione. Quindi la Corte anche se, appunto, dichiara il ricorso inammissibile, può però d'ufficio dire come la norma va interpretata. E' una possibilità che è stata introdotta nella norma nel 2006 e si è già avuto un certo numero di casi in cui la Corte ha ritenuto d'ufficio comunque di pronunciare il principio di diritto. In questo caso ovviamente, però, la pronuncia della Corte non ha effetto sul provvedimento del giudice di merito, neanche quando, appunto, il ricorso è presentato dal PM, dal Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, proprio perché qui è chiamata in causa la Corte di Cassazione, lo può fare anche lei d'ufficio solo per svolgere questa funzione di nomofilachia, ma non può giovarsi di questo il singolo che non abbia proposto ricorso o che comunque non ha diritto al giudizio di Cassazione. Sempre dal punto di vista generale, le pronunce della Corte di Cassazione sono vincolanti nel nostro paese? Nel nostro sistema non c'è l'efficacia del precedente, come nei paesi di common law, dove i giudici inferiori sono vincolati all'interpretazione data dai giudici superiori. Per il nostro ordinamento si parla di precedente non vincolante, ma meramente persuasivo. Quindi questo per quanto concerne anche questa figura particolare di ricorso nell'interesse della legge. Adesso vediamo quella che è la fase introduttiva del processo. Come si caratterizza? Come si introduce il giudizio di appello? Lo abbiamo visto ieri, si introduce con atto di citazione. Quindi forse ci aspetteremmo anche qui, in Cassazione, un atto di citazione. Invece no, qui la forma è il ricorso, ricorso che, però, è diverso da quello del processo del lavoro, perché viene prima notificato e poi depositato. Per quanto concerne il contenuto del ricorso, bisogna dire che per proporre ricorso in Cassazione è sufficiente la procura conferita con l'atto di citazione del giudizio di primo grado? No, vedete l'art 365, deve essere una procura speciale e inoltre deve essere conferita a un avvocato iscritto nell'apposito albo degli avvocati cassazionisti. Per il contenuto del ricorso, vedete che qui l'art 366 richiama come sanzione l'inammissibilità, quindi il ricorso deve contenere, a pena di inammissibilità: l'indicazione delle parti, l'indicazione della sentenza o decisione impugnata, l'esposizione sommaria dei fatti della causa e i motivi per i quali si chiede la cassazione, con l'indicazione delle norme di diritto. Come vedete qui è richiamata una norma, l'art 366 bis, che introdotta molto di recente ( cioè nel 2006) è già stata abrogata nel 2009, perché era obbligatoria, a pena di inammissibilità, non soltanto l'indicazione del motivo di ricorso per Cassazione, ma anche la formulazione del c.d “quesito di diritto”, quindi la domanda precisa alla Corte di Cassazione relativa alla interpretazione della norma di diritto. Questo aveva dato luogo a grandi problemi e il legislatore ha ritenuto, giustamente, di abrogare questo requisito del “quesito di diritto” che era stato inserito e veniva utilizzato un po' come un filtro in realtà per, diciamo, smaltire un po' il lavoro della Corte di Cassazione attraverso la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Quindi, una volta che sia redatto il nostro ricorso per Cassazione, noi capiamo che prima deve essere notificato e poi depositato, perché l'art 369 ci dice che “Il ricorso deve essere depositato nella cancelleria della Corte, a pena di improcedibilità, nel termine di 20 giorni dalla notificazione alla controparte”. Quindi perché si parlerà di ricorso, secondo voi, e non di atto di citazione? Quale sarà la caratteristica propria del ricorso che abbiamo visto, ad esempio, nel processo del lavoro? Questo ricorso viene prima notificato e poi depositato, però avremo la fissazione dell'udienza, se avremo il procedimento con l'udienza, da parte del giudice della Corte di Cassazione; quindi per questo è un ricorso. Naturalmente abbiamo visto per l'appello, l'appello principale e quello incidentale, anche per il ricorso in Cassazione possiamo quindi, ovviamente, avere il c.d ricorso incidentale. Il ricorso incidentale in quale momento e in quale atto dovrà essere proposto? Nel c.d “controricorso” di cui all'art 370. L'art 371 ci dice che “La parte deve proporre con l'atto contenente il controricorso l'eventuale ricorso incidentale contro la stessa sentenza”. Il procedimento per Cassazione ha delle caratteristiche particolari, perché se voi vedete l'art 370, al 1° comma ci dice che “La parte contro la quale il ricorso è diretto, se intende contraddire, deve farlo mediante controricorso”. In mancanza, però, della notificazione del controricorso non è che la parte venga dichiarata contumace, perché non c'è una contumacia nel giudizio di Cassazione perché viene anche considerato un giudizio che procede su impulso d'ufficio. Quindi la differenza è solo che se non ho notificato e poi depositato, a pena di improcedibilità, il mio controricorso, non potrò ovviamente proporre il ricorso incidentale e inoltre non potrò presentare memorie, però potrò essere presente alla discussione orale. Quindi è un procedimento con delle sue caratteristiche peculiari. Dal punto di vista dell'oggetto del giudizio di impugnazione, quindi è dato dal ricorso principale, dal ricorso incidentale; ecco, uno dei temi relativi al giudizio in Cassazione è se il soccombente in via teorica debba proporre ricorso incidentale e se, in particolare, possa proporre un ricorso incidentale condizionato. Però adesso lascerei a chi di voi ha l'interesse verso questo tema di approfondirlo sul libro. Diciamo che sì, per il giudizio di Cassazione se il soccombente è quello in via teorica che vuole che la questione sia esaminata dalla Corte di Cassazione, deve proporre ricorso incidentale; il problema è se lo possa condizionare, quindi subordinare all'accoglimento del ricorso principale. Il giudizio di Cassazione sicuramente è un giudizio totalmente chiuso “ai nova”, in particolare visto che la Corte di Cassazione è il giudice solo di legittimità (non è giudice del merito) non abbiamo attività istruttoria nel giudizio di Cassazione e anche per i documenti, l'art 372 ci dice che non è ammesso il deposito di atti e documenti non prodotti nei precedenti gradi di giudizio, a meno che i documenti riguardino proprio la nullità della sentenza impugnata e l'ammissibilità del ricorso e del controricorso ( che, quindi, sono dei documenti che certo non era possibile depositare prima). Anche rispetto al giudizio di Cassazione si pone un problema di sospensione dell'esecutorietà della sentenza impugnata. Abbiamo visto che rispetto all'appello, chi è il giudice che sospende l'esecutorietà della sentenza di primo grado? E' il giudice d'appello. Invece per la Corte di Cassazione, proprio perché la Corte ha questa caratteristica di essere giudice di legittimità, la sospensione dell'esecuzione viene disposta dal giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata, quindi il giudice a quo, ed è possibile ottenere la sospensione della sentenza impugnata dal giudice a quo solo se dall'esecuzione può derivare grave e irreparabile danno. Quindi noi abbiamo il nostro ricorso, l'eventuale controricorso che può contenere il ricorso incidentale, viene notificato e poi depositato nella cancelleria della Corte di Cassazione, a questo punto bisogna vedere a quale sezione viene assegnata e inoltre vediamo tra pochissimo che il nostro giudizio di Cassazione può avere, diciamo, due binari, due iter procedimentali, uno con l'udienza pubblica e uno in camera di consiglio. Allora, cosa ci dice l'art 376?  Il primo presidente (della Corte) assegna i ricorsi ad apposita sezione, verificando però se ci sono i presupposti per la pronuncia in camera di consiglio. Il ricorso viene assegnato o alle sezioni semplici o alle sezioni unite. Cosa saranno queste sezioni unite della Corte di Cassazione? Abbiamo detto che la Corte ha le sue 5 sezioni, però in certi casi la Corte pronuncia a sezioni unite, quindi con un collegio più ampio, quanti sono in genere i giudici di Cassazione? 5 e invece se siamo a sezioni unite sono 9. Quando la Corte di Cassazione deciderà a sezioni unite? Nei casi ritenuti più importanti in un certo senso, in genere pronuncia a sezioni unite quando il ricorso attiene ad una questione di giurisdizione. Era sempre così, adesso però il 1° comma dell'art 374 ci dice che la pronuncia può avvenire anche a sezione semplice se sulla questione si sono già pronunciate le sezioni unite. Inoltre abbiamo la pronuncia a sezioni unite sui ricorsi che presentano una questione di diritto già decisa in senso difforme dalle sezioni semplici (quindi se c'è già stata una decisione contrastante da parte di più sezioni semplici) e su quelli che presentano una questione di massima di particolare importanza. Inoltre (questa è una novità introdotta sempre per rafforzare il principio di nomofilachia) se la sezione semplice ritiene di non aderire a un principio enunciato in precedenza dalle sezioni unite, deve rimettere alle sezioni unite la decisione del ricorso. Quindi noi abbiamo più strade, anzitutto decisione a sezioni unite in queste ipotesi, oppure decisione da parte della sezione semplice. Però, sia che si tratti di sezioni unite, che di sezione semplice, abbiamo questa scelta tra il procedimento (che una volta era assolutamente predominate) con pubblica udienza e, invece, quello in camera di consiglio. Negli ultimi anni, a partire dal 2001, si è cercato di potenziare il più possibile il procedimento in camera di consiglio che dovrebbe essere più celere. Il procedimento con pubblica udienza è molto semplice, vedete gli artt 378 e 379, si ha una pubblica udienza in cui si ha un relatore, dopodiché si ha lo svolgimento delle difese da parte degli avvocati, poi parla il PM, vi ricordate che abbiamo detto che davanti alla Corte di Cassazione abbiamo sempre l'intervento del PM. Dopodiché, avvenuta la discussione della causa, si ha la deliberazione della sentenza da parte della Corte di Cassazione. Quindi è molto semplice questo svolgimento, vedete, non si prevede assolutamente che ci sia un'attività istruttoria da parte della Corte. Altrimenti abbiamo questa via del procedimento in camera di consiglio che è estremamente complicato, è diventato complicatissimo. Andiamo a vedere quali sono le ipotesi in cui si ha questo procedimento non con la pubblica udienza, ma in camera di consiglio. Le troviamo all'art 375: 1) quando la Corte dichiara l'inammissibilità del ricorso principale e di quello incidentale; 2) quando ordina l'integrazione del contraddittorio o che sia eseguita la notificazione dell'impugnazione, ricordiamoci gli artt 331-332; 3) quando provvede in ordine all'estinzione del processo; 4) quando pronuncia sulle istanze di regolamento di competenza e di giurisdizione; 5) quando accoglie o rigetta il ricorso per manifesta fondatezza o infondatezza. In tutti questi casi la Corte procede in camera di consiglio e pronuncia una ordinanza. Questo dibattito sul filtro, sull'accesso alla Corte è stato, appunto, anche svolto cercando di ampliare queste ipotesi in cui si ha una decisione, diciamo, accelerata da parte della Corte, quindi, adesso pensando alle ipotesi più importanti, inammissibilità, manifesta fondatezza o infondatezza. Sulla inammissibilità, da giugno di quest'anno abbiamo avuto un arricchimento delle ipotesi di inammissibilità, prima era stato introdotto una sorta di vero e proprio filtro, poi c'è stato un muro di fronte a questa previsione e si sono semplicemente aumentati i casi di inammissibilità del ricorso e li troviamo all'art 360 bis. Quando è inammissibile il ricorso? Ditemi dei casi di inammissibilità che già conosciamo, quand'è che sarà inammissibile il ricorso? Ad esempio, un ricorso proposto fuori termine. Vedete che ci sono delle ipotesi ulteriori: 1) quando il provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto in modo conforme alla giurisprudenza della Corte e l'esame dei motivi non offre elementi per confermare o mutare l'orientamento della stessa ( quindi se la sentenza impugnata ha deciso la causa interpretando la norma di legge in modo conforme alla giurisprudenza della Corte di Cassazione e dal ricorso non emergono degli elementi che facciano pensare a un mutamento di orientamento, allora il ricorso è dichiarato inammissibile; quindi questo è un forte potenziamento del ruolo di nomofilachia); 2) quando è manifestamente infondata la censura relativa alla violazione dei principi regolatori del giusto processo (quindi, quando io faccio valere di fronte alla Corte di Cassazione un vizio che consiste nella violazione dei principi regolatori del giusto processo, se è manifestamente infondata il ricorso viene dichiarato inammissibile. Un esempio di motivo di ricorso basato su una violazione del giusto processo può essere la violazione del principio del contraddittorio, quindi questa è una ipotesi di violazione di un principio regolatore del giusto processo). Ci sono poi delle regole per questo procedimento in camera di consiglio, che è diverso a seconda che si tratti di regolamento di giurisdizione o di competenza, oppure degli altri casi, lo lascio questo alla vostra lettura. Allora, come si può chiudere questo giudizio di Cassazione? Possiamo anzitutto avere una pronuncia di inammissibilità del ricorso per Cassazione, della improcedibilità, può essere dichiarato estinto il giudizio di Cassazione. Quale sarà la conseguenza di queste pronunce? Il passaggio in giudicato della sentenza impugnata. Il ricorso per Cassazione può essere rigettato, quindi in questo caso avremo una conferma della sentenza impugnata, oppure, ipotesi opposta, possiamo avere l'accoglimento del ricorso per Cassazione. Io ho cercato di riassumervi le varie situazioni. Cosa può fare la Corte accogliendo il ricorso? “Cassa” come si dice, quindi elimina il provvedimento impugnato, se era per motivi attinenti alla giurisdizione o alla competenza avremo una statuizione su competenza e giurisdizione. Possiamo avere una cassazione senza rinvio, cioè la Corte di Cassazione si limita a eliminare la sentenza impugnata. Secondo voi, quando avremo questa cassazione senza rinvio? Il 3° comma dell'art 382 ci dice: “Se riconosce che il giudice del quale si impugna il provvedimento e ogni altro giudice difettano di giurisdizione, cassa senza rinvio”. Quindi viene posto nel nulla tutto quanto è stato fatto. “Egualmente provvede in ogni altro caso in cui ritiene che la causa non poteva essere proposta o il processo proseguito”, quindi quando manca il c.d presupposto processuale, ad esempio, quindi la causa non poteva essere iniziata, ovvero non poteva essere proseguita. Oppure (questa è una novità che abbiamo avuto con la riforma del '90) la Corte di Cassazione accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e decide la causa nel merito. Cioè è stata una riforma dettata dal fatto che l'alternativa è cassare con rinvio, oppure, appunto, decidere nel merito, quindi rinviare la decisione della causa, a sostituzione della sentenza impugnata, a un altro giudice, a un giudice di pari grado rispetto a quello che ha reso la sentenza impugnata. Quindi la Corte in quel caso si limita ad enunciare un principio di diritto e poi il principio di diritto, l'interpretazione della legge data dalla Corte di Cassazione è applicata da un giudice di merito. Quand'è che sarà necessario questo, pensando a quella che è la caratteristica della Corte di Cassazione di essere giudice di legittimità? Ci dice l'art 384, quando la Corte deve rinviare la causa al giudice del merito, se sono necessari ulteriori accertamenti di fatto. Quindi, visto che la Corte non può compiere accertamenti di fatto ( e in questo si intende non solo l'assunzione del mezzo di prova, ma anche una valutazione di mezzi di prova già assunti), in questo caso deve rinviare la causa perché sia pronunciata la nuova sentenza (abbiamo questa distinzione tra rescindente e rescissorio, la Corte pone in essere solo il rescindente e il rescissorio è posto in essere da parte del giudice di rinvio). Prima c'era sempre questo rinvio della causa, con la riforma del '90 si è detto “mah, tante volte non è necessario un accertamento di fatto, semplicemente si tratta di applicare il principio di diritto alla fattispecie concreta, in questi casi lo può fare direttamente la Corte, perché allungare i tempi e, quindi, rinviare la causa ad un altro giudice?”. E quindi c'è questa possibilità di cassazione e decisione nel merito da parte della Corte di Cassazione; altrimenti, appunto, la Corte quando accoglie il ricorso, cassa la sentenza rinviando la causa ad altro giudice, il quale deve uniformarsi al principio di diritto o comunque a quanto statuito dalla Corte. Quand'è che si ha l'enunciazione di questo principio di diritto? Quando la Corte decide il ricorso proposto a norma dell'art 360 n. 3, quindi violazione o falsa applicazione delle norme di diritto o comunque quando risolve una questione di diritto di particolare importanza. Un'altra cosa che può fare la Corte è cassare e rimettere la causa al giudice di primo grado, questo ce lo dice il 3° comma dell'art 383. Quando avverrà questo, cioè che la Corte rimette la causa al giudice di primo grado? Diciamo che è un rinvio al giudice che ha reso la sentenza impugnata, sono i casi, ci dice il 3° comma dell'art 383, se riscontra una nullità del giudizio di primo grado per la quale il giudice d'appello avrebbe dovuto rimettere le parti al primo giudice. Nel 2° comma c'è il caso che ricordava la vostra compagna: la causa può essere rinviata al giudice che avrebbe dovuto anche pronunciare sull'appello al quale le parti hanno rinunciato. Si distingue tra rinvio “proprio” e “improprio”, perché quello “proprio” è quando la Corte enuncia il principio di diritto, è necessario un accertamento di fatto e quindi rinvia la causa al giudice di rinvio, mentre quello dell'ultimo punto, ossia remissione della causa al giudice di primo grado per una nullità, viene considerato un rinvio “improprio”. L'ultimo punto da affrontare è quello che attiene al giudizio di rinvio. Nel caso in cui sono necessari ulteriori accertamenti di fatto abbiamo questo giudizio di rinvio in cui noi abbiamo, appunto, la fase rescissoria del giudizio di Cassazione. Sono stati abbreviati i termini in cui è necessario riassumere la causa davanti a questo giudice, che è, appunto, giudice di pari grado rispetto a quello che ha reso la sentenza impugnata, sono 3 mesi, dopodiché invece cosa succede se questa riassunzione non avviene nei termini? L'intero processo si estingue perché ormai la Cassazione ha cassato la sentenza impugnata, quindi tutto si estingue, rimane però in piedi il principio di diritto enunciato dalla Corte di Cassazione, che mantiene il suo effetto vincolante. Vedete, sul procedimento in sede di rinvio c'è un ultima norma, l'art 394, che ci dice che si osservano le norme stabilite per questo procedimento, le parti hanno la stessa posizione processuale, può sempre deferirsi il nostro giuramento decisorio, però per l'assunzione di altri mezzi di prova occorre che la necessità di questa assunzione sia sorta dalla pronuncia della Corte di Cassazione. Bene, abbiamo visto questo procedimento che purtroppo è particolarmente complesso. Ci sono delle domande su questo giudizio di Cassazione? Perché il legislatore ha fatto questa scelta del ricorso e non dell'atto di citazione? Cosa rispondiamo? E' una domanda giusta, perché comunque è un atto che deve essere prima notificato alla controparte e poi depositato nella cancelleria. Perché c'è questo? Perché vedete che c'è questa scelta da parte del presidente della Corte di Cassazione, anzitutto, se assegnare il ricorso alle sezioni semplici o alle sezioni unite e inoltre c'è questa scelta del “binario” diciamo, o il procedimento in camera di consiglio, ovvero il procedimento con la pubblica udienza. Quindi siccome questa è una scelta non di chi propone il ricorso, ma appunto fatta dalla Corte di Cassazione, allora si prevede questo passaggio, diciamo, attraverso il giudice, che non è che ponga in essere la “vocatio in ius” perché la notificazione è subito fatta alla controparte, però, proprio perché c'è questo potere discrezionale della Corte di Cassazione, non è il ricorrente che dice “propongo il ricorso alla sezione semplice o alle sezioni unite, propongo un ricorso in camera di consiglio, oppure, no”, diciamo che c'è questo potere organizzativo della Corte di Cassazione di “smistamento” dei ricorsi, per questo c'è la forma del ricorso.

Tratto da DIRITTO PROCESSUALE CIVILE di Luisa Agliassa
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