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Farmacologia - Pagina: 5

Si devono quindi prevedere opportune sottoanalisi per le differenze prevedibili: genere, effetto di ormoni esogeni, peso corporeo, età, etnia di appartenenza, malattie sottostanti, terapie concomitanti. Sono da accettare i dati reperiti sui sottogruppi sulla base di metodi statistici mirati a verificare le eventuali differenze emerse, con particolare riferimento alla farmacocinetica, attuando se è il caso gli opportuni aggiustamenti di dose o metodo. Il nodo della sperimentazione (animali - genere): Nella sperimentazione preclinica dei farmaci è ormai ben chiara la necessità di introdurre sempre sottogruppi di maschi e femmine: meno frequente è la considerazione statistica dell'età degli animali e delle eventuali fasi ciclo estrale (> variabilità). Nella sperimentazione clinica, fino agli anni ’90, non risulta prevista la presenza femminile come richiesta specifica di linee guida metodologiche. Ancora oggi le donne sono per lo più rappresentate in percentuali minoritarie negli studi clinici. Negli studi di fase I, tra i volontari sani, è molto più difficile arruolare donne rispetto agli uomini. Non è solo una questione basata su maggiori cautele (es. possibile gravidanza) o amplificazione della variabilità (fasi del ciclo, terapia contraccettiva), ma ciò riflette ancora la minore disponibilità delle donne a partecipare ad attività lontane da casa e a lasciare la famiglia per periodi prolungati, specie se notturni. Solo se si soffre di piccoli disturbi, ben riconoscibili senza correre rischi di una diagnosi tardiva per una malattia grave, è lecito curarsi da sé utilizzando adatti medicamenti o prodotti naturali di libera vendita: OTC (Over The Counter = farmaco da banco) oppure SOP (Senza Obbligo di Prescrizione). Oggi molti farmaci si possono comprare su internet: controllare che siano siti affidabili!! Infatti, molti integratori venduti online contengono doping, per esempio. E' importante anche considerare il fatto che molti sintomi (es. la febbre) sono comuni a varie malattie: eliminare il sintomo non equivale a eliminare la malattia. Gli studi sui farmaci devono essere sia preclinici (in vitro e in vivo, cioè sugli animali da laboratorio) sia clinici (sull'uomo, di solito volontari sani); questo perché qualcosa che non provoca effetti collaterali negli animali può provocarli nell'uomo. Es. la talidomide (messo in commercio dopo 3 anni di studi sugli animali) è un farmaco che fu venduto negli anni cinquanta e sessanta come sedativo, anti-nausea e ipnotico, rivolto in particolar modo alle donne in gravidanza. Si trattava di un farmaco che aveva un bilancio rischi/benefici estremamente favorevole rispetto agli altri medicinali disponibili all'epoca per lo stesso scopo (i barbiturici).

Tratto da FARMACOLOGIA di Andrea Panepinto
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